Il primo giorno di febbraio era un giorno da festeggiare: nuovi traguardi che sono punti di partenze, nuove vite che riempiono la mia. Così ho invitato a cena la mia amica Laura e siamo andate da Bros’ … le chiamano esperienze sensoriali.
Che dire… È tutto come le recensioni ce lo fanno immaginare, o forse anche di più.
L’atmosfera è intima, elegante, per niente artificiosa.
I ragazzi sono gentili, cordiali e mai invadenti.
Gli altri ospiti sorridenti: una coppia di innamorati che festeggia qualcosa di importante, forse un figlio che ha invitato a cena i genitori ed un ragazzo solitario, meticoloso ad ogni assaggio del piatto. Io e Laura, quelle rumorose! Ci siamo fatte riconoscere subito, ma si sa che i discorsi fra amiche sono sempre un po’ scabrosi.
I piatti sono incantevoli, belli, bellissimi agli occhi, ma meravigliosi al palato. E pensare che non ho quasi mai mangiato cipolla in tutta la mia vita! La chef ci ha presentato ogni pietanza con dovizia di particolari e per una profana come me che vive di pane e pasta, è stato come catapultarsi nel paese delle meraviglie, in un mondo sconosciuto, fra giardini fatati e scrigni magici.
Tutto è così bello da Bros’, familiare e vero. I ragazzi sono giovani e pieni di ingegno e questi elementi sono chiaramente espressi nella loro cucina.
Il loro The verde, poi, ha accompagnato le nostre chiacchiere fino al portone di casa mia …
… devo confessare di aver fatto due figuracce delle mie. La prima all’inizio, quando ho chiesto le posate per l’appetizer (era fingerfood!) e a seconda alla fine, quando ho chiesto il conto troppo presto. Ma giuro che avevo perso il conto delle portate!
P.s.: ultima confessione. Io un piccolo difetto l’ho trovato, ma non posso rivelarlo!