La diminuzione delle “poppate” è direttamente proporzionale al mio ritrovato rapporto con il vino, finalmente! Dopo una lunga, ma meravigliosa pausa, durante la quale ho aiutato Franceschino a venire al mondo e a compiere i suoi primi gesti, ora posso decisamente sancire il mio ritorno alla normalità. È il momento di riprendere in mano calice, libri, computer e cavatappi; per le piazze e la divisa dovrò ancora aspettare.
Intanto condivido ogni nuovo calice con il mio compagno che, ancora estraneo al mondo della sommellerie, ha uno sguardo (o un naso!) meno influenzato; poi si aggiungerà il nostro piccolo per ora più interessato al latte.
Troppo facile ricominciare da etichette blasonate; così ho scelto un vino sfida. Siamo in Abruzzo e dai depositi in bottiglia si evince subito che si tratti di un vino non filtrato, ma l’etichetta è chiara: biologico – senza solfiti – Integro! Scordiamoci la limpidezza tipica dei nostri calici, ma guardiamo l’intensità del frutto, sembra quasi una spremuta.
Al naso spiccano immediatamente le note dei lieviti e si ritrova la frutta a polpa bianca; frutti dolci e maturi, pesca, banana e mela golden. Assaggiandolo è davvero piacevole, frizzante ma non invadente e ancora pieno di frutti. Un po’ di tostatura sul finale e soprattutto niente “finzione”.
Luciano ed io lo abbiamo accompagnato prima a degli scampi crudi e poi a tranci di palamita alla mediterranea. Che dire, gli scampi si abbinano alla grande e non me ne vogliano gli amanti (come me) delle bollicine.
Grazie a Jlenia per la dritta. Il vino è: Chiusa Grande, Integro, Colline pescaresi bianco IGT, Vendemmia 2019.
Ora che ho ricominciato non mi ferma più nessuno …